Alla fine dell’estate 2023 la solitaria parete nord del Jóf Moz ha visto l’apertura di alcune nuove belle proposte per gli amanti dei luoghi solitari e grandiosi e delle scalate di ampio respiro.
Nel complesso e imponente scenario del versante nordoccidentale del Montasio, che domina la vista sulla Val Dogna, l’elevazione del Jôf Moz ha guadagnato una minima notorietà grazie alle due belle vie, opera di Mario Di Gallo e Daniele Moroldo, sul versante meridionale: Il Paese delle Meraviglie e la Via dell’Arco.
La nascosta parete settentrionale era già stata notata nel 1927 dalla cordata Feruglio-Cantoni, per un itinerario che ne percorre il margine sinistro. Nel 2008 gli stessi Mario Di Gallo e Moroldo hanno tracciato la prima via che rimonta il centro della parete: Coincidenze Parallele.
Queste rocce hanno dormito il sonno dei giusti fino al settembre 2023, quando Hannes Lexer e Stefan Lieb-Lind hanno tracciato Il piccolo Bruco Maisazio (percorso rosso di sinistra sulla foto e nello schizzo). Curiosamente, solo pochi giorni più tardi, la cordata formata da Andrea e Mario Di Gallo hanno scalato la parete nello stesso settore, avendo in progetto una nuova linea, trovando casualmente un paio di soste della cordata austriaca. Ne è nato così un percorso quasi completamente indipendente, che coincide con il Bruco sul primo tiro e in un breve tratto nella parte alta, e che poi esce per le ultime due lunghezze della via del 2008.
Accesso alla parete: si segue il primo tratto della Via di Dogna, fin prima che scenda nel fondo della Val Rotta (q. 1270 ca.; vecchi cavi). Anziché scendere nel fondo del vallone seguendo il sentierino (possibile ma più scomodo), conviene traversare alti sui detriti, superare in quota un primo canalone e, raggiunto un bosco, risalirlo fino a poter entrare verso dx nel rio sul fondo della Val Rotta. Risalire il greto del rio formato da piccoli salti e portarsi a destra verso la parete nord del Jôf Moz (q. 1600; 1h30 dalla strada).
LE VIE:
Feruglio-Cantoni. Antonio Feruglio, Giovanni Cantoni, 3/7/1927, 800 m, V. La relazione dei primi salitori si trova nella vecchia Guida dei Monti d’Italia – Alpi Giulie (G. Buscaini, 1974), Itin. 45m. Non si hanno notizie di ripetizioni. Il presumibile tracciato della via è contrassegnato con “b” nella foto.
Di Gallo. Andrea e Mario Di Gallo, 17/9/2023, 400 m ca. il tratto indipendente, VII. Tracciato arancione contrassegnato con “a” nella foto e riportato con tratteggio nello schizzo.
Il piccolo Bruco Maisazio. Hannes Lexer, Stefan Lieb-Lind, 3/9/2023, 540 m, VII-. Tracciato rosso di sinistra nella foto e nello schizzo.
Bella scalata di notevole sviluppo in ambiente solitario e selvaggio, su una parete sempre all’ombra da frequentare nelle calde giornate estive. L’arrampicata si svolge su dolomia di qualità da buona a molto buona, spesso ripida. Le soste sono chiodate a fix in modo da permettere una discesa a doppie se si vuole evitare la lunga e complicata discesa per la via Kugy-Horn, mentre in via sono presenti unicamente due chiodi. La proteggibilità è normale, considerando il luogo e la tipologia di roccia, pur se alcuni passi, anche impegnativi, richiedono decisione in quanto non assicurabili. Roccia da buona a molto buona.
Coincidenze Parallele. Mario Di Gallo, Daniele Moroldo, 10/8/2008, 650 m, VI-. Tracciato rosso di destra nella foto e nello schizzo.
Via di grande respiro che si svolge dapprima nei pressi della riga nera, la più regolare ed evidente di quelle presenti nella parete, poi si sposta a sx intercettando un’altra colata. Alcune aeree traversate permettono di evitare i tratti strapiombanti. L’arrampicata risulta piacevole e non faticosa, anche nel superamento di alcuni strapiombi (passo chiave proteggibile con friend medi), grazie alla roccia solida e articolata.
Discesa: : lunga e impegnativa; segue a ritroso la prima parte della classica Kugy-Horn al Montasio. Data la complessità si descrive il percorso nel dettaglio nel senso della discesa.
Dalla cengetta erbosa alla base del torrione sommitale seguire le tracce che conducono alle Cenge del Walhalla, dove si incontra la Via Kugy-Horn. Si seguono verso sx (NW) le cenge fino sotto la Torre Amalia, da dove si scende decisamente per un profondo camino (pp. III, 1CF in cima per ev. CD), oltre il quale si prosegue per gradoni e caminetti più semplici (friabile). Un ultimo ripido salto friabile (p. III) deposita sulla Forca del Montasio (q. 1876, 200 m ca. di discesa dalle cenge). 2h dal Jôf Moz.
Scendere verso NE il canalone della Fossa di Carnizza fino a incontrare il sent. 652, tramite il quale si può rientrare al Rifugio Grego (1h), al Bivacco Stuparich (20 min.) o in Val Dogna risalendo al Foran de la Grave e scendendo alla Cappelletta Zacchi (1h30).
NB: oltre alla discesa per la via Kugy-Horn è possibile scendere a doppie lungo la parete N, utilizzando le soste a spit del Bruco Maisazio. Tale soluzione è da considerare solo avendo percorso in salita la via; da non intraprendere provenendo da altri itinerari, data la complessità del terreno e
la difficile individuazione delle soste.