Creta di Collina – parete sud

Nel lembo più orientale del massiccio del Coglians-Chianevate, la parete meridionale della Creta di Collina sovrasta il vallone che sale dalla Casera Val di Collina fino alla conca della Chianevate. In bella vista dal sentiero n. 149 che percorre il vallone, le rocce di questa solare parete hanno iniziato ad attrarre con una certa frequenza gli scalatori solo in epoca recente, pur se generalmente limitata al settore di parete che si trova immediatamente al di sopra del sent. 171, che qui ne taglia la base a brevissima distanza dagli attacchi. La frequentazione di questo settore è avvantaggiata dal fatto che le vie terminano a corta distanza dal sentiero della normale, che riporta rapidamente alla base.

Tutto il resto della parete, che si trova più ad ovest, verso la Chianevate, è avvolto nel silenzio e nella solitudine, soprattutto perché l’accesso si fa progressivamente più arcigno e la discesa più lunga. Nel settore più negletto non mancano le possibilità, già sperimentate a partire da metà degli anni ’70 dai locali Alvise Di Ronco e Mario Morassi, più tardi dagli udinesi Valter Bernardis, Stefano Gri e Daniele Perotti, e negli anni più recenti dall’immancabile Roberto Mazzilis, principalmente con Hannes Lexer e Samuel Straulino.

Il settore più conosciuto della parete, che è l’oggetto di questo rticolo, ha visto la nascita del primo itinerario (Di Ronco-Morassi) nel 1976, a cui hanno fatto seguito negli anni ’80 Viaggio a Oxford (Bernardis-Gri) e Marino Casasola (Francescatto-Morassi), oltre ad alcuni altri meno noti. È stato grazie a queste vie che la parete ha iniziato a prendere vita; dopo la ri-attrezzatura a spit, da parte di guide austriache, delle vie Di Ronco-Morassi e Casasola, la presenza di scalatori si è fatta abbastanza regolare.

Il nuovo e ultimo impulso alla vita della parete è stato dato da Samuel Straulino, in particolare, e da Stefan Lieb-Lind e Hannes Lexer che fra il 2022 e l’inizio della stagione in corso, hanno tracciato una serie di nuove proposte di alto livello, specialmente per quanto riguarda la scalata in fessura di stampo “trad”. Nell’ottica di questo stile, data la conformazione e la bontà della roccia calcarea, la Creta si sta iniziando a proporre come punto di riferimento per chi, avendone le capacità tecniche, gode nella scalata che alterna nette e lisce spaccature che impongono di possedere la dovuta perizia nell’uso del friend, alla tipica e immancabile placca carnica.

Tutte le vie saranno descritte nel dettaglio nella nuova terza edizione della guida Alpi Carniche Occidentali, prevista in uscita nella primavera 2025.

Accesso: l’accesso più breve avviene dalla Casera Val di Collina (raggiungibile in auto, tramite una stretta, ma generalmente ben percorribile, stradina forestale che si stacca dalla SS52bis del Passo di Monte Croce Carnico alcuni km oltre l’abitato di Timau. Da lì, seguendo il sent. 149 per circa 1h si giunge al bivio con il sent. 171 che, seguito verso dx, permette di risalire un breve gradone roccioso che dà accesso alla cengia sotto la parete. In totale 1h15 dalla Casera Val di Collina.

È possibile giungere qui anche dal Passo di Monte Croce Carnico (sent. 146 e poi 171) in 1h45. Oltre che più lungo, attualmente questo accesso è di fatto inservibile provenendo dall’Italia, stante la chiusura della SS52bis nell’ultimo tratto sotto il passo a causa della grande frana del 2023.

LE VIE (parete Sud – settore soprastante il sent. 171):

Ain’t no easy way out. Samuel Straulino, Margherita Della Pietra, 26 agosto 2020. 340 m • VIII • 5h • NDA • roccia ottima
Nel settore centrale della parete, caratterizzata in alto da un evidente pilastro giallo, la via sfrutta una serie di fessure di roccia di qualità splendida che, specialmente sulle difficoltà (molto alte), permette un’arrampicata particolarmente bella e da proteggere principalmente con protezioni veloci. Utile qualche micro-friend e raddoppiare le misure 0,5; 0,75 e 1
Via contrassegnata con “A” nella foto; tracciato fuori campo dallo schizzo tecnico: relazione presente su quartogrado.com.

Hotshots. Samuel Straulino, Margherita della Pietra, 4 luglio 2020. 320 m • VII+ • 5h • NDA • roccia ottima
Via dalle caratteristiche simili alla vicina Ain’t no easy way out. Tratti molto belli ed impegnativi di arrampicata in fessure e diedri di roccia ottima da proteggere a friend.
Via contrassegnata con “B” nella foto; tracciato fuori campo dallo schizzo tecnico: relazione presente su quartogrado.com.

Viva la Democrazia. Hannes Lexer, Stefan Lieb-Lind, 19 giugno 2024. 240 m • VII+ • 5h • NDA• roccia ottima
Itinerario bello e impegnativo che si sviluppa sul tipico terreno del posto, fra placche di aderenza e fessure tecniche. Attrezzata a spit alle soste e con qualche spit di passaggio nei tratti non proteggibili in modo tradizionale. Il secondo tiro coincide con una variante di Roberto Mazzilis e Samuel Straulino (12/11/2020, vedi LAV 2021-2).
Via contrassegnata con “C” nella foto.

Viaggio a Oxford. Valter Bernardis, Stefano Gri, 6 ottobre 1985. 240 m • VI+ • 5h • NDA• roccia da buona a ottima, alcuni tratti erbosi
Impegnativa salita storica, chiodata in modo parco; da proteggere principalmente a friend. Nella parte alta un pendolo ha costituito all’epoca la soluzione all’uscita, problematica per le elevate difficoltà, lungo la netta fessura, che è stata scalata direttamente solo nel 2020 (vedi sotto) dalla cordata Straulino-Della Pietra.
Via contrassegnata con “D” nella foto. Vedi anche Alpi Carniche Occidentali (ed. 2019), Itin. 197.

Uscita diretta di Viaggio a Oxford. Samuel Straulino, Margherita della Pietra, 4 luglio 2020. 80 m • VII+ • 2h • NDA • roccia ottima
Si tratta di una impegnativa lunghezza di corda ma significativa, dato che supera direttamente e interamente la netta fessura d’uscita di Viaggio ad Oxford da cui Bernardis e Gri nel 1985 avevano parzialmente evitato con un pendolo verso terreno più accessibile.
Via contrassegnata con “E” nella foto.

Alla Foscari è più dificil. Roberto Mazzilis, Samuel Straulino, 21 giugno 2020. 350 m • IX- • 6h • roccia ottima
Segue una linea di fessure che si inserisce nel ridotto spazio fra Viaggio a Oxford e la Di Ronco-Morassi.
Via contrassegnata con “F” nella foto. Relazione sintetica consultabile su Le Alpi Venete, 2021 n. 2.

Di Ronco-Morassi. Alvise Di Ronco, Mario Morassi, con Gianni De Infanti e Gerolamo Micheletto, 10 agosto 1976. 200 m • 5a, pp. 5c • 3h • S3 • roccia da buona a ottima, tratti detritici
In modo improprio a volte veniva indicata come Via De Infanti. Percorso conosciuto e frequentato, segue un solare sistema di fessure e diedri. La richiodatura a fix (a. 2006, ad opera delle guide di Mauthen, Charly Lamprecht e Hubert Engl), a volte distanti e non sempre ben disposti, ha dato vita ad alcune varianti dirette che rendono più interessante l’arrampicata, anche se in qualche tratto un po’ forzato ciò va a discapito della logica. Tuttavia, dal momento della riattrezzatura, la via sta godendo di una certa notorietà e frequentazione, essendo la più facile della parete.
Via contrassegnata con “G” nella foto. Vedi anche Alpi Carniche Occidentali (ed. 2019), Itin. 198.

Via del Pilastro. Hannes Lexer, Stefan Lieb-Lind, 1 ottobre 2023. 240 m • VII+ • 5h • NDA• roccia ottima
(relazione in elaborazione)
Via contrassegnata con “H” nella foto.

Better than Work. Samuel Straulino, Rinaldo Pallavisini, 22 luglio 2024. 230 m • VIII-/A2 • 5h • NDA• roccia ottima
Linea molto bella che segue un sistema di fessure che partono prima molto esili in placca gialla (microfriend); seguono diedri belli ed impegnativi per poi arrivare al tiro chiave con una fessura molto strapiombante ancora da liberare (A2).
Via contrassegnata con “I” nella foto.

De Rovere-Di Gallo. Attilio e Rovere, Mario Di Gallo, 6 giugno 1986. 250 m • VI- • 4h • roccia ottima
Storico percorso, forse mai ripetuto.
Via contrassegnata con “J” nella foto. La relazione è presente sulla vecchia Guida dei Monti d’Italia – Alpi Carniche vol. 1 (De Rovere-Di Gallo; ed. CAI-TCI, 1988); Itin. 50c.

Be the Change. Margherita Della Pietra, Samuel Straulino, 31 ottobre 2022. 230 m • VIII+ • 5h • NDA• roccia ottima
Via molto bella e molto impegnativa, richiede ottime capacità di scalata in fessura. Tutti i chiodi usati durante l’apertura sono stati lasciati, mentre il resto è proteggibile a friend, che vengono generalmente accolti bene dalla conformazione delle fessure.
Via contrassegnata con “L” nella foto.

Marino Casasola. Claudio Francescatto, Mario Morassi, 28 luglio 1984. 200 m • 6b+ • 4h • S3 • roccia da buona a ottima
È una via degli anni ’80 richiodata a fix nel 2008 dalle guide alpine di Mauthen, con varianti rispetto all’originale. L’arrampicata è di soddisfazione fin dalle prime lunghezze per poi diventare sostenuta lungo fessure finali. La direzione è data dall’evidente rampa–diedro obliqua verso dx che segna la parete. Spit spesso distanti; utili i friend, specialmente sul passo chiave.
Via contrassegnata con “K” nella foto. Vedi anche Alpi Carniche Occidentali (ed. 2019), Itin. 199.

Ragni del Masarach. Giorgio Quaranta, Aldo Tardito, Stefano Valentinis, NicoValla, estate 1994, 250 m • VI- • 4h • roccia ottima
Via di cui si ha solo menzione bibliografica.
Via contrassegnata con “M” nella foto. Relazione sintetica consultabile su Le Alpi Venete, 1995 n. 1.

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Questo articolo ha 2 commenti

  1. Andrea

    Segnalo un errore sui tracciati. Be The Change è il tracciato l in foto e non k come segnato nella descrizione. Invertito con la Marino Casasola immagino.
    Mandi

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