Cima Dieci – Re di Bastoni e parete est

La parete orientale della Cima Dieci, bella vetta ben visibile da Cima Sappada, è forse la più dimenticata dei tre versanti (Ovest, Nord ed Est) che offrono una svariata gamma di scalate di ogni stile e difficoltà, che fanno di questa cima la mole rocciosa più interessante dell’area assieme alla Creta Forata.

Rispetto alle più severe pareti occidentale e settentrionale, il lato Est, più basso e solare, riserva una superficie di calcare carnico quasi ovunque della migliore qualità, base fisica per scalate molto belle. Ben visibile dal frequentato sentiero 321, che porta dal Rifugio Monte Siera alla cima della Creta Forata, nonché dalla statale fra Sappada e Forni Avoltri, questa parete rimane un’oasi di assoluta tranquillità.

La nascita della via Re di Bastoni, che mi ha coinvolto in prima persona, assieme a Gianluca Barnabà (a cui va ascritta gran parte del “lavoro”) e Umberto Iavazzo, può essere anche vista come un incentivo per conoscere le altre vie della parete, delle quali si dà in questo stesso articolo, un cenno generale. Lo schizzo e le notizie di dettaglio saranno presenti nella nuova terza edizione della guida Alpi Carniche Occidentali, prevista in uscita nella primavera del 2025.

VIA RE DI BASTONI (Torrione Nord-Est di Cima Dieci, 2030 m – parete Est)

Gianluca Barnabà, Umberto Iavazzo, Emiliano Zorzi, 24 luglio 2024.

150 m • 6a, pp. 6b+ e 6c (obbl. 6a) • 3h • roccia ottima • S1

Scalata sportiva varia e molto interessante che termina sulla vetta dell’ultimo torrione staccato sulla cresta E della Cima Dieci (q. 2030 ca.), denominato Torrione Nord-Est. La via combina tratti atletici (primi e ultimi tiri) ad altri sulla tipica placca carnica, a momenti pungente e in altri più liscia e tecnica. L’arrampicata è sempre gradevole e su difficoltà moderate e costanti, con due singoli brevi passaggi più duri (spit ravvicinati).
Via interamente attrezzata a fix-spit lungo i tiri e alle soste. Consigliabili due corde da 60 m e 12 rinvii, anche se è possibile utilizzare una sola corda da 60 m (in questo caso, discesa un po’ più laboriosa).

Accesso e attacco: da Cima Sappada (piazzale della seggiovia) si sale al Rifugio Monte Siera (1619 m), che può essere raggiunto per i sentieri 319 (più diretto) o 321 (che segue la stradina di servizio lungo la pista da sci “turistica”). In entrambi i casi si impiega poco meno di un’ora. In alcune stagioni estive (come ad esempio quella corrente), è possibile contare sull’apertura della seggiovia che permette di risparmiarsi la camminata. In questo caso è anche aperto un chiosco-ristoro all’esterno del rifugio.
Dal rifugio si segue il sent. 321 per la Creta Forata, che oltrepassa il profondo canalone franoso sotto la parete ovest della Cima Dieci e poi costeggia in moderata salita il versante nord della cima, alla fine del quale transita presso una madonnina votiva (30 min. dal rifugio). Poco oltre, dove appare la parete est, si lascia il sentiero e si sale il soprastante ripido prato in direzione della base del Torrione Nord-Est (15 min. dal sentiero, 45 min. dal Rifugio Monte Siera).
L’attacco si trova sotto un’articolata parete verticale-strapiombante solcata più in alto da una fessura. Spit visibili.
NB: poco più in alto, sotto placche pungenti e più appoggiate, inizia la via Cavoli o cicogne? (vedi sotto).

Itinerario:
L1: per roccia molto lavorata si giunge alla base di una fessura che si sale con movimento atletico fino a una scomoda sosta (15 m; 5c; 6S); consigliabile unire questa lunghezza alla seguente.
L2: si scala una fessura irregolare ed articolata che tende costantemente a sx, alla cui fine si esce a sx alla sosta su terrazzino erboso (25 m; 5b; 6S, 2C).
L3: sopra la sosta, si affronta una placca di roccia molto pungente (6a), alla fine della quale una più facile rampa-diedro inclinata a dx (4c) porta al terrazzino di sosta con mugo sulla dx (25 m; 6a, poi 4c; 7S, 2C).
L4: dopo un muretto appigliato (roccia un po’ peggiore) si scala una placca solcata da fessura. Alla fine, rocce più appoggiate conducono a un terrazzino erboso (20 m; 6a; 6S).
L5: si supera uno scudo di placche inciso da una netta fessura, con difficile passo alla fine. Sopra le placche si obliqua più facilmente a sx per scalare poi un breve ma impegnativo muretto, sopra il quale si sosta, poco sotto un mugo (25 m; 6b+; 9S).
L6: raggiunto il mugo, si scala una paretina strapiombante ma ben appigliata a cui segue una placca-rampa obliqua verso dx. Al suo termine, attraverso un diedrino, si raggiunge la sosta su un minuscolo pulpito (30 m; 5c; 10S).
L7: si affronta una difficile paretina nerastra leggermente strapiombante, sopra la quale si obliqua a sx, aggirando lo spigolo finale del torrione, oltre il quale si sale per alcuni metri di roccia più rotta fino alla sosta, sotto gli ultimi mughi a breve distanza dalla cuspide del torrione (25 m; 6c, poi 4b; 8S).

Discesa: dalla sosta finale ci si cala in verticale per 15 m fino a una sottostante sosta di sola discesa, sul ciglio della parete nerastra strapiombante. Da questa sosta conviene effettuare una doppia, in parte nel vuoto, di 60 m fino alla sosta 3 (possibile spezzare la calata in due o tre tratte, utilizzando le soste 5 e 4), da dove con altra doppia da 55 m si giunge direttamente a terra.
Con una sola corda da 60 m, invece, dopo la breve doppia da 15 m sotto la cima, con 25 m si giunge alla sosta 5, da cui si continua a scendere utilizzando le soste di salita.

ALTRE VIE DELLA PARETE EST DELLA CIMA DIECI

Si segnalano qui le altre vie presenti sulla parete, con le lettere di riferimento sulla foto:

a) Sperone Nord-Est. Roberto Mazzilis, Donatella Mainardis, 3 settembre 1983, 400 m, V+. La via percorre per intero lo sperone che divide le pareti est e nord, raggiungendo infine la vetta della Cima Dieci. Vedi Guida dei Monti d’Italia – Alpi Carniche volume 2, Itin. 278j.
b) Chiave di Rottura. Alessandro Scinto, Matteo Lovat, 11 settembre 2022, 150 m, VII+. Bella via su roccia di ottima qualità, con un tiro in fessura strapiombante impegnativo ma chiodato. Sulla via presenti soste a fix-spit e qualche chiodo in via. Link alla relazione.
c) progetti non conclusi. Si tratta di un paio di linee attrezzate parzialmente a spit-fix non concluse. Si ha notizie indirette che anche il grande diedro centrale della parete è stato percorso.
d) El Cippettin stanco. Eugenio Cipriani, anni ’90, 130 m, 6a. Si tratta di una via attrezzata a fix-spit di 4-5 lunghezze che raggiunge praticamente il ciglio dello Sperone Nord-Est.
e) Cresta Nord-Est. Daniele Malaguti, Daniele Pedeferri, Giorgio Solero, 13 agosto 1963, 500 m, V+. È la prima via aperta sulla parete, inizia poco a sx del grande antro-grotta in centro parete. Vedi Guida dei Monti d’Italia – Alpi Carniche volume 2, Itin. 278k.
f) Ragazza Magica. Daniele e Oleg Del Fabbro, 10 ottobre 2018, 160 m, VII. Bella e impegnativa via su roccia di ottima qualità che raggiunge la cima dell’inaccesso Torrione Nord-Est attraverso una teoria di fessure e diedri. Soste a spit-fix e due fix presenti in via, per il resto completamente da assicurare.
g) Cavoli o cicogne? Matteo Bevilacqua, Loris Marin, estate 2020, 140 m, 6b, p. 6b+, S2. Interessante via sportiva che si svolge sul margine sinistro della parete, lungo il dorso del Torrione Nord-Est, poco a sx di Re di Bastoni. Via interamente attrezzata a fix-spit; utile comunque una piccola scelta di friend. L1: placca di roccia pungente (30 m, 6a, 6S). L2: dopo un tratto facile, placca fessurata con passi impegnativi. La seconda parte del tiro è più semplice (55 m; 6b, poi 5c; 12S, 3C). L3: placca poco a dx di una zona di mughi; alla fine, attraversando dei mughi, si è alla sosta sotto una fessura leggerm. strapiombante (30 m, 6a, 8S). L4: fessura atletica sopra la quale vi è un passo di difficile interpretazione; sosta appesa sotto uno strapiombetto prima delle rocce terminali del torrione (25 m; 6a+, p. 6b+; 11S).

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