Cima Nord-Est della Creta Grauzaria – parete Nord

Nel vasto complesso di cime e anticime che compongono il castello roccioso che orbita attorno alla Creta Grauzaria, la parte bassa della parete settentrionale della Cima Nord-Est (1817 m), nell’ultimo decennio è rinata a una seconda vita.
Il periodo “classico” ha fatto in tempo a scorrere fra le sue pieghe quasi inosservato. La via che percorre per intero la parete è del 1946, opera di Oscar Soravito, Renzo Stabile e Gino De Lorenzi, ha languito nel corso degli anni, vedendo qualche saltuaria ripetizione, mentre sul bel scudo di solide placche della parte bassa della parete, veniva tracciata qualche “variante” d’attacco.
È proprio questo settore della parte bassa della parete che oggi, giustamente, attrae gli scalatori per la qualità della roccia e sul quale sono nate vie nuove o rinate e riviste le precedenti “varianti” che, con l’ottica di oggi, si sviluppano come percorsi a sé stanti. Sicuramente la maggior parte degli estimatori della zona conoscerà questo settore di parete grazie all’ormai nota e ripetuta via Flopland, aperta nel 2010 da Mario Di Gallo e Daniele Moroldo, tanto che ormai, per riferirsi a quest’area di scalata, si utilizza comunemente il nome di questa conosciuta via.
Grazie proprio all’opera di Mario Di Gallo, e dei compagni Andrea Di Gallo e Daniele Moroldo, oggi le possibilità di scalata, sia nuove che riscoperte, si sono moltiplicate sia per quanto riguarda la scalata di stampo sportivo che quella in ottica più classica. In comune si ha il comodo accesso, la buona qualità della roccia, il fresco di un versante nord e una rapida discesa a doppie.

L’intera area sarà trattata nel dettaglio nel nuovo volume Alpi Carniche Orientali (riedizione rivista ed ampliata dei precedenti volumi, esauriti, dedicati alle Carniche e alle Giulie), previsto in uscita nella primavera del 2026; in questo articolo vengono descritte nel dettaglio le più recenti novità.

Accesso: dalla Val Aupa, esattamente dal parcheggio (q. 714) del Stalons del Nanghet si segue il sent. 437 per il Rifugio Grauzaria. Dopo 30 min., poco dopo la radura con i resti della Casera Flop (986 m), si imbocca a sx il sentiero per il Bivacco Feruglio (indicazione e ometto, q. 1026) che sale per detriti erbosi fin sotto le pareti della Cima Nord-Est della Grauzaria, dove si incontra (q. 1200) il sent. 446 che proviene dal non lontano Rifugio Grauzaria.
Si prende a sx verso il Bivacco Feruglio, risalendo un paio di ripidi tornanti lungo un valloncello erboso. La traccia passa sotto un piccolo pulpito di roccia posto in mezzo al valloncello erboso, (a dx attacchi degli Itin. a-e) che poi risale fino alla sua sommità (attacchi Itin. f-g) 1h15 dal parcheggio o 0h30 dal Rifugio Grauzaria.

LE VIE

a) Soravito-Stabile-De Lorenzi. Gino De Lotenzi, Oscar Soravito, Renzo Stabile, 28 giugno 1946, 700 m, IV. La via, che percorre interamente la parete fino alla vetta, non è quasi mai ripresa. Roccia friabile nella parte alta. Vedi Guida dei Monti d’Italia – Alpi Carniche vol. 1 (De Rovere-Di Gallo, ed. CAI-TCI, 1988 – volume esaurito), Itin. 173d.

b) Spigolo Sha. Andrea e Mario Di Gallo, 4 luglio 2015.
100 m • 5c • 1h30 • S2
Bella arrampicata dal carattere sportivo e dalle difficoltà abbastanza contenute, ricalca lo stile e le caratteristiche della vicina Flopland. Spit a tratti distanti. Roccia ottima. Descrizione e schizzo presente in Alpi Giulie e Carniche Orientali (Zorzi-D’Eredità, ed. Alpinestudio, 2019 – volume esaurito), Itin. 119.

c) Supervariante Drino. Andrea Di Gallo, Raffaele Macor, 2 agosto 2020.
270 m • VI- • 5h • NDA
Via dedicata all’amico Alessandro Alessandrini tragicamente mancato per un incidente sul lavoro il 15/07/2020. Si tratta di una salita alpinistica e avventurosa, in alternativa alle classiche a spit presenti sulla medesima parete. Tutte le soste sono da attrezzare tranne L1 e quelle di calata. Utile friend BD C3 per L2 e L5. Roccia buona con tratti friabili.
L1: in comune alla via Flopland  (40 m; IV). L2: Si sale in leggero obliquo a dx lungo l’evidente fessura; dopo 5-6 m verticali della stessa si continua a salire in leggero obliquo a dx (abbandonare la fessura che sale dritta) su buoni appigli e per sistemi di fessure (1C) fino a giungere alla base di un piccolo diedro bianco di 2 m un po’ friabile. Lo si scala verso sx fino al suo termine, giungendo su comodo spuntone dove si sosta. (40 m; V, V+). L3: dalla sosta si sale 2 m e poi si obliqua a sx (pass di IV); per facili roccette un po’ friabili ci si porta alla base di un evidente diedro-camino fessurato. (20 m; pp. IV, poi III). L4: si scala l’evidente diedro-camino sfruttandone le fessure (roccia un po’ instabile nella prima parte). Dopo averne superato i primi 10 m (cordone su sasso incastrato) il diedro-camino diviene diedro e si sfrutta la fessura di fondo per portarsi fino ad un’evidente fessura orizzontale nel lato destro del diedro dove si sosta su 1C (35 m; IV, V). L5: salendo dal chiodo di sosta ci si porta sotto uno strapiombo con fessura e lo si scala con atletico passaggio di incastro e poi in dulfer (p. VI-). Si prosegue poi seguendo l’evidente fessura nel diedro fino al suo termine dove si sosta (30 m; IV, V, p. VI-). L6: dal punto di sosta si sale per evidente fessura e si prosegue sulla parete superiore senza percorso obbligato cercando la roccia più compatta e puntando ad un mugo sullo spigolo di sx.  Roccia discreta (55 m; III, IV). L7: si procede seguendo l’evidente colatoio appoggiato fino a raggiungere uno spuntone con fettuccia. (50 m; III).
Discesa: dallo spuntone con fettuccia ci si cala per 6 m fino alla sosta con anello attrezzata a fix inox della via Cjanos (Itin. f), che serve per la discesa a doppie (tre calate fino al sentiero; 1h).

d) Flopland. Mario Di Gallo, Daniele Moroldo, 8 agosto 2010.
200 m • 5c • 3h • S2
Si tratta di una scalata bella e varia, la “classica” della paretem ormai conosciuta e frequentata, su placche, diedri e fessure di roccia sempre molto solida ed appigliata; friabile invece l’ultimo tiro. Su alcuni tratti le protezioni sono distanti ed in qualche caso è consigliabile (ma non sempre facile) integrare con protezioni veloci. Attenzione in calata ad alcune doppie di 30 m esatti!
Descrizione e schizzo presente in Alpi Giulie e Carniche Orientali (Zorzi-D’Eredità, ed. Alpinestudio, 2019 – volume esaurito), Itin. 120.

e) Toscano. Paolo Toscano e c., anni ’90. Riattrezzata da Andrea e Mario Di Gallo, 18 giugno 2023.
170 m • VI, p. VII- • 3h • NDA
Via aperta negli anni ‘90 ma dimenticata nel tempo, molto bella e ben chiodata dai primi salitori, valida alternativa più impegnativa alle classiche sportive della parete.Salita interessante di carattere alpinistico che, con arrampicata divertente e a tratti impegnativa, si sviluppa su parete prevalentemente verticale con passaggi leggermente strapiombanti. Roccia sempre ottima. Soste tutte attrezzate con 2 spit-fix da 10 mm.
L1: Si sale verticalmente in parete, si supera una piccola cengia (1C), si prosegue sfruttando una serie di fessure (1CL) e in leggero obliquo a sx (1C) si raggiunge la sosta su un comodo pulpito (35 m; IV, V-). L2: Procedere verticalmente in parete puntando ad un piccolo mugo (1C); spostarsi leggermente a dx sulla verticale di una paretina incisa da fessure verticali ed orizzontali (1C) e scalarla direttamente con bella arrampicata passando a dx di un tetto (2CL, 1C). Continuare in leggero obliquo a sx con minori difficoltà (1C) puntando a una comoda cengia con macchia di mughi dove si sosta (30 m; IV, V, V+). L3: Spostarsi a dx fino a raggiungere un’evidente fessura verticale un po’ rotta e salirla fino al suo termine (4C) e continuare a dx in un diedro svasato e sbarrato da uno strapiombo (1C). Dal chiodo traversare 3 m a sx in parete (passaggio chiave) e proseguire obliquando a sx sulla parete sempre compatta ma più articolata (4C, 1CL) fino a un piccolo e scomodo pulpito sotto al marcato tetto ben visibile anche dal basso (35 m; V, V, p. VII-). L4: Traversare a sx sotto al tetto, doppiare uno spigoletto (1C), salire fino ad una fessura con lembo superiore leggermente strapiombante (1 ch.) che si segue a SX per 7 m (1C) fino alla base di uno spigolo (si ipotizza che la via originale continui da qui a traversare a sinistra fino a congiungersi con l’attigua via “Cjanos”). Proseguire verso dx per una placca liscia, alzarsi verticalmente un paio di metri con bella arrampicata (1C) per poi salire in obliquo a dx seguendo un diedro leggermente strapiombante, al suo termine (1C). Continuare per un diedro-colatoio (1C) ed uscire a sx su placche appoggiate e slavate (2S) fino alla sosta su un piccolo ripiano (40 m; V-, V, p. VI-). L5: Spostarsi a dx per raggiungere la parete sx di un diedro che si percorre fino ad una zona di blocchi instabili sottostanti un pronunciato strapiombo; obliquare decisamente a sx in aperta parete (1S), poi per scalare una fessura seguita da solide lame (2S) fino a poter traversare a sx per raggiungere il diedro della via Cjanos che si risale per pochi metri (2C) raggiungendo la sosta su un pulpito (35 m; IV, V, V+; sosta con catena per doppie).
Discesa: due doppie da 60 m lungo la via “Cjanos” (ancoraggi dotati di catena).

e) Cjanos. Sergio Boezio, Dino Brollo, Valerio Fadio, Remigio Stefanatti, 30 luglio 1989; attrezzata a fix da Andrea e Mario Di Gallo, 28 maggio 2017.
150 m • 6a+ • 3h • S3
Arrampicata molto bella e varia; alterna placche, fessure e diedri con passaggi talora tecnici, in particolare nel primo sostenuto tiro di corda. La nuova chiodatura mista a fix e chiodi, sicura sulle difficoltà, va integrata in alcuni punti (utili friend medi), anche se ciò non è sempre facile. Roccia ottima.
Descrizione e schizzo presente in Alpi Giulie e Carniche Orientali (Zorzi-D’Eredità, ed. Alpinestudio, 2019 – volume esaurito), Itin. 121.

f) Diedro Nord. Marcello Bulfoni, Gastone D’Eredità, 11 maggio 1961.
170 m • VI-, VI+(A0) • 2h30 • NDA
La via sale l’evidente diedro che caratterizza la parte bassa della parete fino a congiungersi alla cengia intermedia con la via Soravito, tanto che sulla Guida dei Monti d’Italia è segnalata come variante d’attacco alla via Soravito, lungo la quale, con percorso nettamente più facile ma meno remunerativo e su roccia friabile è possibile arrivare in cima. Oggi giorno è in uso rientrare in doppia alla fine delle difficoltà. Roccia da discreta a buona, brevi tratti friabili.
Descrizione e schizzo presente in Alpi Giulie e Carniche Orientali (Zorzi-D’Eredità, ed. Alpinestudio, 2019 – volume esaurito), Itin. 122.

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